sabato 28 giugno 2008

Ritorno al crespo


Mia figlia crede che lo stacco coscia delle Winx sia alla portata di tutte le donne e che da grande anche lei avrà gambe che somigliano al bastone porta abiti della mia camera da letto.
Niente di strano. Noi che eravamo bimbe negli anni Settanta pensavamo invece che i capelli della Barbie fossero l’emblema di una femminilità imprescindibile. Era una bella soddisfazione per le ragazzine di razza nordica che della chioma eterea si facevano un gran vanto. Una tragedia per noi terrone.
Una tragedia pure per la piccola Verbena che aveva capelli corvini, crespi e drammaticamente ricci.
A cinque come a dodici anni immaginavo me stessa bionda e avvolta in una setosa matassa fluida di capelli; un enorme gomitolo senza intoppi, senza inutili ghirigori.
Peccato che lo specchio mi rimandasse un’immagine opposta e che mia madre peggiorasse la situazione tagliandomi i capelli almeno ogni cinque o sei settimane. Il risultato? Penoso. Cespuglio corto, spesso e opaco, radicato su una testa che di setoso non aveva nulla. Appena i ricci accennavano a crescere sbucava una forbice – da taglio e cucito- a fare il suo dovere. Per anni sono sembrata un esserino senza sesso, se non fosse stato per il sorriso e le cotte decisamente orientate verso i maschietti.
Poi sono arrivati gli Ottanta, e dunque l’adolescenza con i suoi turbamenti e i suoi riti, e i ricci sono cresciuti, lunghissimi.
“Alla Eleonora Brigliadori”, ci tenevamo a dire noi crespe.
Con i Novanta accadde l’inaspettato. Non era il colore a dominare ma la chioma liscia. Lunga o corta, scura o chiara non importava. Doveva essere lucida e forte, quello sì, pure scalata e leggera. Una testa dove non poter nascondere eventuali grilli, come tutte le teste delle brave ragazze, oramai donne.
Arrivo al dunque.
Oggi è il mio ultimo giorno di un lavoro serio che per anni ha richiesto un’immagine professional.
E’ un lavoro che lascio io. Nessun licenziamento, nessun dramma aziendale, nessun litigio. Solo una scelta che sapevo di dover fare, prima o poi.
Così, da domani torno alle origini. Basterà un semplice shampoo e un phon. I ricci torneranno a galla come se nulla fosse successo. Forse un po’ sfibrati, magari senza i vortici definiti di una volta. Ma sarà solo questione di tempo e ondeggeranno come prima.
Mia figlia non mi riconoscerà subito perché la mamma così non l’ha mai vista.
Ritorno al crespo e , se ci riesco, pure alle borse senza griffe.
Le donne che leggono mi capiranno. Gli uomini un po’ meno, forse. Ma chissenefrega.
(fonte foto fabioinvernizzi.com)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

queste bambole che creano modelli (stereotipati) della femminilità...
buon ritorno alle origini! ;)
zop
(zop.splinder.com)

Gerypa ha detto...

Anche gli uomini, quando si mettono d'impegno, possono capire.